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Gli elogi di Antonio Magliabechi, al pari delle critiche e delle invidie che suscitò, ne hanno fatto spesso un mito fra i suoi contemporanei e, talvolta, anche fra gli studiosi che se ne sono occupati di recente. Mancava uno sforzo critico di sintesi su ciò che veramente egli fu e rappresentò. Erudito, bibliofilo e bibliotecario, Magliabechi incarna la figura dell'intelligencer, di colui che fa circolare saperi su scala internazionale stimolandone la produzione e la diffusione. Partendo dalla sua dimensione familiare nella città natale, Firenze, e dalle sue relazioni con la corte medicea, il volume copre grandi spaccati della storia intellettuale europea degli anni 1660-1710. Uno dei fili rossi è quello degli scambi con scienziati e letterati italiani, ma anche olandesi, francesi, tedeschi e inglesi, di varia formazione e di varie confessioni religiose. L'eredità di Magliabechi è sempre visibile attraverso la ricca iconografia che ha ispirato e la sua collezione di libri e manoscritti, oggi nucleo importante della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.